“Per avere successo
un atleta deve avere prima di tutto talento,
poi deve lavorare sodo e, infine,
deve avere il controllo della propria mente.”
(Valery Borzov, campione olimpico 100 metri)
Lo STATO EMOTIVO dell’atleta, ci spiega la psicologia dello sport, influenza la sua prestazione.
Ogni EMOZIONE accantonata è ,infatti, un peso non da poco che, portato con sé in allenamento ed in gara, appesantisce l’animo degli sportivi.
Le EMOZIONI derivano dai PENSIERI che, quando negativi, TURBANO la mente dell'atleta generando facilmente ansia e deconcentrazione.
Purtroppo, ancora oggi l'approccio più diffuso fra gli atleti nei confronti delle “ emozioni negative e spiacevoli”, troppo spesso, si riassume nel semplice tentativo di far finta che esse non esistano.
“Ignora la paura, devi sentirti sicuro! Fai finta di niente!” viene detto all'atleta da allenatori, direttori sportivi, compagni di squadra e amici.
NON EVITARE.. PIUTTOSTO IMPARA A CONOSCERE LE EMOZIONI PER POTERLE GESTIRE!
Dal punto di vista mentale ogni tentativo dell'atleta di ignorare, o accantonare, le emozioni negative risulta vano in quanto l'emozione trova sempre e comunque il modo di esprimersi; se non verbalizzata, l'emozione si esprime attraverso disturbi psicosomatici, cali prestativi, deconcentrazione, ansia..
L'atteggiamento più funzionale che un atleta possa avere nei confronti delle emozioni consiste quindi nell' ASCOLTARLE E COMPRENDERLE, soltanto in questo modo potrà imparare a gestirle.
Quanti atleti vanno in crisi perchè in balia di sensazioni ed emozioni che non sanno neanche definire? Figuriamoci Gestirle!!
Il MENTAL TRAINING, proprio per questo, si pone l'obiettivo di ALLENARE l'atleta a riconoscere l’emozione provata per capire come gestirla e, solo in un secondo momento, lo prepara ad agire per affrontarla.
Infatti, a seconda delle emozioni provate (paura, frustrazione, rabbia, tristezza..) diverse sono le tecniche mentali messe a disposizione dell'atleta per imparare a gestirle.
Pensare di trattare ogni emozione allo stesso modo, o semplicemente cercare di ignorarle, è un ERRORE!
Le emozioni chiedono di essere ASCOLTATE, non nascoste!
Avete mai notato cosa accade quando cercate di ignorare la paura? o quando EVITATE continuamente di imbattervi in situazioni che vi mettono ansia ?
Accade che la paura AUMENTA!! E l'ANSIA anche!
E se fingete di non essere tristi, ignorando le cause di quest'emozione? qual’ è il rischio?
è quello di essere così impegnati a far finta che non ci sia tristezza in voi da TRASCURARE di trovare il modo per essere davvero felici!
E se si sottovaluta lo stress? I rischi quali sono?
Le conseguenze possibili prendono il nome di “BURNOUT” oppure per gli atleti, più frequenti e nominati, sono i casi di “OVERTRAINING”.
Capita CONTINUAMENTE sia a livello professionistico sia amatoriale che gli atleti, nel corso della preparazione della stagione agonistica o in vista degli appuntamenti importanti, ad un certo punto della loro vita sportiva percepiscano un MALESSERE GENERALIZZATO ed emozioni spiacevoli senza tuttavia essere in grado di comprenderne l'origine.
Sentirsi in balia di “sensazioni” a cui non si riesce a dare un nome fa’ venir meno il senso di CONTROLLO PERSONALE generando un'altrettanta non ben definita INSICUREZZA e deconcentrazione verso gli impegni quotidiani, non soltanto agonistici bensì anche extra sportivi.
Notevole è stato in questo ambito il contributo apportato dalla psicologia dello sport nel mettere a punto scale e questionari volti ad aiutare gli atleti a VERBALIZZARE e COMPRENDERE le emozioni e sensazioni sperimentate in determinati momenti della stagione agonistica.
Tali questionari diventano allora un valido strumento di MONITORAGGIO!
Così, com’è possibile tenere sotto controllo alcuni paramenti corporei relativi alla preparazione fisica, attraverso scale e questionari specifici è possibile, per lo psicologo dello sport insieme all’atleta, monitorare i CAMBIAMENTI EMOTIVI legati per esempio al variare dell’intensità degli allenamenti, o in risposta ad avvenimenti improvvisi legati alla preparazione e alla vita famigliare o lavorativa.
I questionari psicologici rappresentano un valido aiuto per l'atleta nel rilevare con prontezza l’insorgenza di particolari emozioni e sensazioni spiacevoli oltreché per monitorare e rilevare il grado di stanchezza fisica e mentale accumulato nel corso della preparazione.
L'obiettivo è di intervenire TEMPESTIVAMENTE per prevenire appunto episodi di overtraining e burnout.
I questionari sono di facile e rapida somministrazione: sulla base delle risposte fornite al test è infatti possibile tracciare un grafico riassuntivo dello stato emotivo attuale dell'atleta.
Un gruppo di ricercatori in psicologia dello sport ha addirittura ipotizzato che ogni particolare configurazione di punteggi ottenuta ai suddetti questionari possa risultare predittiva di future prestazioni di successo/o insuccesso.
Lo stesso gruppo di ricerca ha inoltre attribuito un nome specifico a particolari e ricorrenti configurazioni di punteggi ottenuti dagli atleti sottoposti ai test; in particolar modo secondo queste ricerche il cosiddetto “profilo ad iceberg”, caratterizzato da bassi punteggi di tensione, stanchezza, confusione e rabbia su cui prevale invece un punteggio elevato di vigore sembra essere risultato predittivo di risultati prestativi di successo.
All’opposto il “profilo collassato” costituirebbe invece la fotografia di uno stato emotivo particolarmente stanco e stressato e più vulnerabile al rischio di infortuni; e fra questi due estremi si collocano i vari e diversi stati emotivi sperimentabili dall'atleta nel corso della stagione agonistica.
Troppo spesso le emozioni incomprese, se lasciate a sé stesse, a lungo andare ( e a seguito di eventi particolarmente stressanti) possono tramutarsi in “BLOCCHI EMOTIVI”! Un buon motivo questo per consultare uno psicologo dello sport per imparare, prima di tutto, a monitorare il proprio stato emotivo e apprendere delle tecniche mentali funzionali a gestire i momenti emotivi più intensi della stagione agonistica.
Imparare ad UTILIZZARE le emozioni a proprio vantaggio è la chiave d’accesso al BENESSERE nello sport e con sé stessi, condicio sine qua non per ottimizzare la performance.