Preparazione Atletica.
In qualsiasi sport, dal punto di vista mentale, 3 sono i pilastri sul quale si basa una efficace preparazione atletica: motivazione, costanza e concentrazione.
La preparazione atletica, per lo sportivo, è uno “stile di vita”.
Ciò significa che ogni scelta ed attività quotidiana, messa in atto dall’atleta, dev’essere coerente i propri obiettivi di preparazione.
Un atleta, per essere performante, deve ponderare attentamente le sue scelte in campo alimentare, di allenamento fisico, programmando anche le attività utili e funzionali al pieno recupero psico- fisico.
In quest’ottica ogni distrazione, ogni potenziale evento stressante, dev’essere opportunamente valuto: la preparazione atletica chiede all’atleta di esercitare un certo CONTROLLO su di sé e sulle proprie attività e scelte quotidiane.
Ma cosa accade quando questo continuo CONTROLLO diventa stressante per l’atleta??
IL CONTROLLO CHE DIVENTA “OSSESSIONE”
Per portare avanti in modo efficace la preparazione atletica una certa dose di CONTROLLO è necessaria e funzionale, tuttavia troppo CONTROLLO nuoce alla prestazione ed alla salute psico- fisica.
Il CONTROLLO dà sicurezza!
Per questo molti atleti si lasciano prendere la mano dall’ esigenza di controllare ogni dettaglio della propria vita finendo, troppo spesso, per non poter più fare a meno del controllo.
Molti atleti disperdono energie per controllare anche aspetti della propria vita, della prestazione, della gara che in realtà non sono pienamente controllabili dall’atleta, o il cui controllo è superfluo, non fondamentale.
In tanti credono che esercitando un minuzioso CONTROLLO su ogni aspetto della preparazione atletica possono ridurre il margine di errore e l’imprevisto, ma non è così!
Il controllo è un’illusione!
Paradossalmente l’atleta che è ossessionato dal CONTROLLO non fa altro che indebolire la propria capacità di reazione all’imprevisto e all’errore.
Non raro è il caso dell’atleta che vuole esercitare un CONTROLLO minuzioso sull’alimentazione: l’atleta a cui non basta mangiare un piatto di riso a pranzo ma che ne vuole una precisa quantità e guai al grammo in eccesso!
Oppure l’atleta che si allena secondo tabella ogni giorno ed, anche quando il suo corpo denuncia un sovrallenamento e reclama recupero, l’atleta porta avanti comunque il programma previsto, anche quando l’improvvisazione e il cambiamento di programma sarebbero più funzionali.
OSSESSIONE PER IL CONTROLLO: I FATTORI DI RISCHIO
Potenzialmente, nel corso della preparazione, qualsiasi atleta potrebbe incappare nell’errore di passare dall’esercitare un sano controllo ad un controllo eccesivo, tuttavia gli atleti più a rischio sono in possesso di queste caratteristiche:
- Poca autostima
- Basso livello di auto- efficacia
- Difficoltà nel gestire le pressioni esterne
- Elevate aspettative esterne/ interne verso il risultato
- Difficoltà nella gestione dell’imprevisto
- Prestazioni insoddisfacenti/ obiettivi mancati
L’ossessione per il CONTROLLO sposta l’attenzione dell’atleta troppo all’esterno da sé, indebolendo così la capacità di ascolto dei segnali provenienti dal corpo e dalla mente.
L’ossessione per il controllo, paradossalmente, concentra le energie dell’atleta sui dettagli e su ciò che ruota attorno alla prestazione, portando via però l’attenzione e le energie che dovrebbero invece essere rivolte alla performance.
Alla base di questo atteggiamento, di eccessivo controllo, c’è una mancanza di fiducia nelle proprie capacità e quando viene a mancare questa fiducia interiore viene spontaneo ricercare il controllo all’esterno da sé, in ogni aspetto della preparazione atletica.
Il rischio allora è che il dovere prevalga sul piacere e sul divertimento del portare avanti una preparazione verso l’obiettivo con un conseguente peggioramento nella qualità delle performance.
RIDUCI IL CONTROLLO E RISPARMIA ENERGIA
Comprendere l’origine dell’insicurezza dell’atleta, dal quale deriva un’estrema esigenza di controllo, è il primo passo per potenziare la fiducia dell’atleta verso le proprie capacità.
Quando la fiducia aumenta l’atleta impara a trovare dentro di sé la sicurezza di cui ha bisogno senza più sentire il bisogno di esercitare un controllo esterno.
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Dott.ssa Claudia Maffi (psicologa dello sport)