Dall'infanzia all'età adulta l'atleta attraversa 5 macro fasi di vita, ciascuna caratterizzata da compiti di sviluppo fisico, mentale ed emotivo specifici, nelle quali importante e utile è il ruolo, e contributo, dello psicologo dello sport.
FASE 1- L’AVVIAMENTO ALLA PRATICA SPORTIVA (età pre scolare/scolare)
In questa fase il bambino, attraverso l’allenamento sportivo, apprende le competenze motorie di base, acquisisce competenze tecniche e impara a relazionarsi con i compagni di squadra e gli avversari, tollerando la competizione ed il confronto con l’altro.
Il ruolo dello psicologo dello sport, in questo contesto, è principalmente quello di affiancamento alla famiglia, qualora venisse richiesto, e allo staff tecnico (allenatori e direttori sportivi della società) al fine di contribuire con le proprie conoscenze e competenze a preservare attorno al bambino un clima sereno e di piacevole divertimento.
In questa fase di vita dell’atleta, infatti, è fondamentale stabilire dei confini chiari tra famiglia e ambiente sportivo in cui genitori e allenatori siano ben consapevoli dei reciproci ruoli e della differente tipologia di supporto utile ai propri figli e allievi.
FASE 2- SVILUPPO DI COMPETENZE (età prepuberale e prima pubertà)
In questa fase il bambino, durante gli allenamenti, apprende competenze atletiche, tecniche e tattiche più specifiche in riferimento alla disciplina sportiva praticata, sviluppa senso di appartenenza verso la propria squadra e l’allenatore diviene un modello sempre più importante per il ragazzo.
Il bambino acquisisce una competenza organizzativa sempre maggiore attraverso la gestione dei vari impegni, scolastici, extra scolastici e sportivi e sviluppa nuove motivazioni alla pratica dello sport: non è più soltanto il divertimento a spingerlo ad allenarsi bensì subentrano anche altre motivazioni, come ad esempio la voglia di migliorarsi, oppure il desiderio di vincere le competizioni sportive.
Ecco che il ruolo dello psicologo, in questa fascia d’età, consiste nel prestare attenzione al clima che si crea durante gli allenamenti che diventano via via sempre più impegnativi; risulta infatti fondamentale preservare la componente del divertimento sia durante gli allenamenti sia in fase di competizione sportiva.
Altrettanto fondamentale, in questa fase, è aiutare i ragazzi a spostare l’attenzione dagli obiettivi di risultato agli obiettivi di prestazione, ovvero su ciò che il ragazzo fa piuttosto che su cosa il ragazzo ottiene, privilegiando l’impegno ai risultati.
FASE 3- AGONISMO (adolescenza)
Oltre al perfezionamento e ulteriore sviluppo delle competenze atletiche, tecniche e tattiche proprie dello sport praticato, in questa fase della vita il ragazzo è chiamato a sviluppare abilità mentali utili a gestire la competizione sportiva, sempre più sentita a livello emotivo dal ragazzo.
Inoltre, il giovane atleta in questa fase può essere aiutato dallo psicologo dello sport nella ridefinizione della propria identità di atleta, sviluppando maggiore autoefficacia e autonomia anche nella gestione mentale delle competizioni e nella vita extra sportiva.
È una fase di vita delicata per il giovane atleta, un intervento tempestivo dello psicologo può prevenire, in certe situazioni, il drop out precoce spesso causato dalla difficoltà a gestire a livello emotivo gli impegni sportivi sempre più intensi.
FASE 4- MATURITÀ SPORTIVA (Giovane adulto)
L’atleta, a questa età, è sempre più autonomo nella gestione della competizione sportiva, sia dal punto di vista tecnico e tattico sia dal punto di vista dell’approccio mentale e gestione della propria emotività.
La gestione mentale ed emotiva nello sport, in questa fase, è infatti fondamentale per fare la differenza durante le competizioni sportive e performare al meglio, a maggior ragione se l’atleta deve fare i conti con la gestione di una “doppia carriera” creandosi un equilibrio funzionale fra impegni sportivi ed extra sportivi (studio, lavoro, famiglia).
FASE 5- FINE CARRIERA (età adulta)
Lo psicologo dello sport, in questa fase, può accompagnare l’atleta ad elaborare dal punto di vista mentale ed emotivo il passaggio dall’attività agonistica all’attività amatoriale, pensando ad un progetto di vita alternativo che possa essere sempre nel mondo dello sport o al di fuori di questo.
In questa fase l’atleta può sperimentare un senso di vuoto dato dalla “perdita” di una parte importante della propria identità, quella di atleta, con tutti i cambiamenti che ne conseguono a livello di stile di vita, rapporti familiari e sociali, abitudini e obiettivi.
Gestire correttamente questa fase dal punto di vista mentale ed emotivo permette all’atleta di creare le basi per iniziare un nuovo progetto di vita, preservando la propria salute psicologica.
Claudia Maffi