C’era una volta un leoncino di nome Billy.
La criniera scura e il manto color del miele gli davano fin da quand’era piccino un’aria fiera ed elegante; I suoi grandi occhi color nocciola erano vivaci, attenti e le sue guance apparivano sempre arrossate perché non stava mai fermo; gli piaceva correre, saltare, andare con lo skateboard, ma soprattutto gli piaceva andare in bicicletta.
<<Hai del talento per lo sport, piccolo mio!>> gli ripeteva spesso papà Leone e, in effetti, Billy riusciva bene praticamente in ogni disciplina: calcio, tennis, pallacanestro, ciclismo, non c’era uno sport che gli venisse male.
Anche a scuola Billy era molto bravo: prendeva tutti 9 e 10 e la sua mamma, quando tornava dai colloqui con le maestre, era sempre felice ed orgogliosa del suo piccolino. <<Billy si applica, è bravo in tutte le materie. È educato e rispettoso con i compagni, va d’accordo con tutti in classe.>> le dicevano le maestre.
A Billy piaceva sentirsi così elogiato; si sentiva spesso dire che era bravo, simpatico, un buon amico e più riceveva questi complimenti e si sentiva benvoluto più cresceva la volontà e il bisogno di accontentare tutti e di essere all’altezza delle aspettative che la mamma, il papà, le maestre e gli amici avevano su di lui.
Visto che Billy era proprio un bravo leoncino e visto che andare in bicicletta gli piaceva molto, per il suo decimo compleanno, la mamma e il papà gli fecero trovare in giardino una grande sorpresa: una bellissima bicicletta nuova rosso fiammante; i grandi occhioni di Billy erano diventati lucidi per l’emozione. <<Una bicicletta tutta per me! Grazie mamma, grazie papà!>> aveva urlato di gioia correndo ad abbracciarli.
Da quel giorno Billy e la sua “Fiamma”, così aveva chiamato la bicicletta nuova, erano diventati inseparabili, a momenti se la portava perfino a dormire.
Ci andava a scuola, a comprare il pane dal fornaio per la mamma; se i suoi amici lo invitavano a casa per giocare è con la sua Fiamma che li andava a trovare.
Fu così che un giorno il papà di Billy gli propose di iniziare a fare qualche gara per una piccola società ciclistica del quartiere: “La Savana Team”.
<<Sei così bravo Billy, hai grinta da vendere, sono certo che ti piacerà. Perché non provi?>>.
A Billy si erano illuminati gli occhi <<Si, papà! Voglio andarci.>> aveva risposto entusiasta.
<<Se ti iscriviamo ad una squadra>> continuò papà Leone << avrai anche un allenatore che ti insegnerà ad andare in bicicletta e potrai correre con dei compagni che condividono la tua stessa passione.>>
<<Che bello! Non vedo l’ora!>> aveva esclamato il leoncino, sempre più convinto della sua decisione.
Forse, pensò, avrebbe imparato ad andare ancora più forte in bicicletta, come gli atleti che vedeva in televisione, quelli che partecipavano ai grandi Tour come il giro della Foresta o il tour de Savana e i suoi genitori sarebbero stati ancora più fieri di lui.
Fu così che per Billy iniziò questa nuova avventura all’interno del Team Savana.
I primi mesi di allenamento furono bellissimi per Billy: i suoi compagni di squadra erano simpatici e il suo allenatore Pino il grillo paziente, gentile e disponibile.
Nell’arco di poco tempo, grazie alla sua veloce capacità di apprendimento e al molto impegno che ci metteva, il leoncino fece progressi da gigante.
I suoi compagni di squadra lo ammiravano perché in allenamento sembrava sempre così forte e sicuro; <<un compagno da cui prendere esempio!>> diceva ogni tanto l’allenatore.
Tuttavia, nonostante Billy sembrasse sempre così forte e sicuro, portava dentro di sé una paura della quale non aveva mai parlato con nessuno perché se ne vergognava molto: aveva paura dei conigli.
Con quelle orecchie così lunghe, gli occhi spalancati e quei due dentoni bianchi così aguzzi che gli uscivano dalla bocca li trovava proprio spaventosi.
Fortunatamente nel suo quartiere abitavano solo leoni, zebre, giraffe, ippopotami, non c’erano i conigli, però quando gli era capitato di vederne qualcuno durante i suoi viaggi di vacanza con la famiglia, o quando ne incontrava per caso qualcuno per la strada ne rimaneva turbato. Gli bastava sentire lo squittio di un coniglio per scappare spaventato dietro il primo albero che incontrava. Il cuore gli prendeva a battere forte, il respiro diventava corto, affannoso e le gambe gli diventavano tremolanti e molli come burro.
Di questa sua paura non ne aveva mai parlato né alla mamma né al papà o ai suoi amici, chissà sennò cosa avrebbero pensato di lui! Un Leone che ha paura dei conigli! Una cosa che non si è mai sentita. I leoni sono forti, coraggiosi e non hanno paura di niente, proprio come il suo papà Leone, non si spaventano certo di fronte ai conigli.
Fino a quel momento, per mantenere la sua paura segreta, a Billy era bastato evitare i conigli e tutto sommato, non vivendo nel loro stesso quartiere, non era stato poi così difficile tuttavia, ben presto, per il leoncino non sarebbe più stato tanto semplice mantenere nascosta la sua paura.
Infatti, alla sua prima gara di ciclismo, il team Savana di cui faceva parte il leoncino avrebbe gareggiato con il “Team Montano” composto da cervi, orsi e caprioli e il “Team dell’Orto” della quale facevano parte cagnolini, galline e… proprio i conigli.
Quando Billy li vide tutto il suo entusiasmo di partecipare alla gara si dissolse all’improvviso, iniziò ad avvertire i classici sintomi della paura che ormai conosceva bene: il cuore prese a battere troppo forte, il respiro divenne veloce e corto, le gambe molli e il desiderio di scappare prese il sopravvento sulla voglia di fare la gara. <<Papà, non mi sento tanto bene! Voglio tornare a casa!>> disse Billy con sguardo triste e affranto. La sua era una bugia, non era vero che si sentisse poco bene, ma non poteva certo ammettere che aveva paura dei conigli.
Sarebbe stata una delusione per il suo papà scoprire che il suo leoncino non era così forte come tutti pensavano. E se i suoi compagni di squadra e amici avessero scoperto che aveva quella paura? Sicuramente lo avrebbero deriso e magari non avrebbero più voluto essere amici di un leoncino fifone.
Meglio dire una bugia, si disse Billy.
Magari alla prossima gara i conigli non ci sarebbero stati e nessuno si sarebbe accorto della sua paura, così tutti avrebbero continuato a crederlo un leone forte e sicuro di sé.
Purtroppo per Billy, però, ad ogni gara partecipavano più squadre e non soltanto la sua, quindi apprese ben presto che ad ogni gara avrebbe dovuto incontrare i conigli.
Il leoncino era triste e scoraggiato, ormai era la terza gara che si rifiutava di fare << papà, voglio tornare a casa, ho mal di pancia!>>, <<Mamma, oggi mi fa male la testa non mi va di correre>>, <<Oggi mi sento molto stanco, non me la sento!>>.
La mamma e il papà, di fronte a quelle che ormai sospettavano fossero scuse si scambiavano sguardi pensierosi <<c’è qualcosa che non va Billy? Sai che ne puoi parlare con noi!>> gli chiesero, accarezzandogli dolcemente la criniera.
No che non poteva. Mai Billy avrebbe confessato la sua paura. E se i suoi genitori non gli avessero più voluto bene? E se i suoi amici lo avessero deriso? Se l’allenatore non lo avrebbe più voluto in squadra?
Anche quest’ultimo era preoccupato per il comportamento di Billy, sospettava che il leoncino avesse paura di qualcosa perché quando arrivava alla partenza della gara il suo sguardo lasciava trasparire ansia e preoccupazione; Anche i compagni di squadra di Billy erano preoccupati per lui, ultimamente non era più lo stesso in allenamento: parlava poco, era distratto e sembrava sempre triste.
L’allenatore Pino il grillo voleva aiutarlo e, dopo avere parlato con i genitori di Billy, un bel giorno mise in pratica la sua idea per fare luce su questo mistero e aiutare quel piccolo leoncino a superare l’ostacolo che lo bloccava dal partecipare alle gare come gli altri animaletti.
Alla fine di uno dei soliti allenamenti del Team savana l’allenatore, un grillo alto e verde dal fisico slanciato, prese da parte il leoncino <<Sai Billy, da quando sei arrivato in questa squadra hai fatto tanti progressi e io sono molto orgoglioso di te. Penso che ti meriti un regalo.>>
<<Un regalo?>> chiese Billy, incuriosito.
<<Si, voglio insegnarti a fare una magia per sconfiggere le paure. Sai, potrebbe capitarti in futuro di avere paura, a tutti succede prima o poi.>>
<<Davvero? Succede a tutti?>> chiese Billy stupito. Di certo non si immaginava che il suo allenatore o il suo papà, così forti e sicuri, avessero paura di qualcosa.
<<Certo!>> annuì l’allenatore <<apri la mano.>> e gli mise sul palmo un piccolo sasso bianco e grigio. <<Questo è un sasso magico, chiunque lo tocca diventa così coraggioso da avere, di giorno in giorno, sempre meno paura fino a che questa scompare.>>
Billy lo guardava a bocca aperta, nella mano ancora il sassolino che l’allenatore Pino gli aveva appoggiato sul palmo. <<Da adesso in poi, se ti capitasse di avere paura, non devi fare altro che ripetere nella tua mente la formula magica:
“Il coraggio ora è dentro di me, Paura non c’è posto per te.”
Quando dirai queste parole nella tua mente il potere del sasso arriverà fino a te trasformandoti in un leoncino molto coraggioso.>>
<<Wow!>> esclamò Billy, sentendo nascere una punta di sollievo e speranza dentro di sé. “Forse così potrò finalmente sconfiggere la mia paura dei conigli!" pensò entusiasta.
<<Ma come faccio a capire se il potere del sasso sta funzionando?>> domandò Billy
<<Bhe...>> gli spiegò Pino l’allenatore <<...di solito all’inizio, quando il potere del sasso inizia a fare effetto, puoi sentire le gambe tremolanti, molli e il respiro un po’ più corto e veloce del solito. Questo è il segnale che la magia sta funzionando. A quel punto devi fare 5 bei respiri profondi e qualche saltello sul posto, muovendo un un po’ le gambe, così aiuterai il coraggio ad entrare meglio dentro di te. Devi contare almeno 10 saltelli.>>
Billy memorizzò le istruzioni dategli dall’allenatore, strinse ancora una volta con forza il sasso nella sua mano e poi lo restituì a Pino con il sorriso.
Quel giorno Billy tornò a casa dall’allenamento tutto contento perché aveva scoperto che alla paura c’era rimedio; Non vedeva l’ora che arrivasse il giorno della prossima gara per affrontare la sua paura trasformandosi in un leoncino coraggioso.
E quel giorno arrivò presto.
La notte Billy dormì sereno e tranquillo, come non succedeva da tempo e la domenica mattina, il giorno della gara, era più felice che mai: finalmente avrebbe sconfitto la sua paura e avrebbe partecipato ad una gara. Non vedeva l’ora.
Mamma e papà notarono che Billy, lungo il tragitto in auto che li avrebbe portati sul posto, non era nervoso e preoccupato come al solito e ne furono felici; arrivati sul luogo della gara, sotto al gazebo del Team Savana, c’erano i compagni del leoncino ad aspettarlo e, quando lo videro arrivare sulla sua Fiamma, furono contenti nel vederlo finalmente di nuovo sorridente e sereno dopo tanto tempo.
Dopo una fase di riscaldamento sul percorso di gara arrivò il momento di posizionarsi alla griglia di partenza e fu in quel momento che il Team dell’orto sfrecciò accanto a Billy, conigli compresi.
Il leoncino chiuse allora gli occhi, determinato a seguire le istruzioni dell’allenatore e ripeté nella sua mente la formula magica:
“Il coraggio ora è dentro di me, Paura non c’è posto per te.”
Billy aprì gli occhi e, vedendo i conigli, proprio come l’allenatore gli aveva anticipato il respiro gli divenne più corto, veloce e le gambe un po’ gli tremavano; il leoncino, avvertendo questi segnali nel suo corpo, pensò soddisfatto che la formula magica stava funzionando e il coraggio stava davvero entrando dentro di lui.
Billy seguì allora le altre istruzioni che l’allenatore gli aveva dato: fece dei respiri profondi e un po’ di stretching alle gambe, saltellando, fino a quando, si rese conto, la paura si stava piano piano affievolendo: Il respiro stava tornando normale e le gambe non tremavano più.
Il leoncino si rese conto che non aveva più così paura come al solito e riusciva a guardare i conigli senza avere la solita voglia di scappare a gambe levate.
Più Billy si rendeva conto che la magia del coraggio stava facendo effetto e meno sentiva la paura fino a che questa scomparve del tutto.
Billy fece una bellissima gara, mettendo in pratica tutto ciò che aveva imparato in allenamento. E se in gara, nel vedere un coniglio, sentiva di nuovo la paura ripeteva le parole magiche e seguiva le istruzioni che Pino l’allenatore gli aveva dato per aiutare meglio il coraggio ad entrare dentro di sé.
Una volta tagliato il traguardo Billy corse ad abbracciare i suoi genitori e l’allenatore Pino, felice come se avesse vinto lui la gara.
E, in effetti, una gara l'aveva vinta davvero: quella contro la sua paura!
<<Complimenti Billy!>> esclamò l’allenatore, battendogli il cinque con le sue dita verdi e affusolate.
<<Bravo Figliolo!>> lo abbracciò forte papà leone <<io e la mamma siamo felici di vederti così raggiante.>>.
Billy era così contento di avere sconfitto la sua paura che d’impulso raccontò alla mamma e il papà, davanti all’allenatore, della paura che lo aveva bloccato fino a poco tempo fa ma che ora grazie alla formula magica che Pino gli aveva insegnato era scomparsa e lui si era trasformato in un leoncino coraggioso.
La mamma e il papà, che già avevano saputo della formula magica dall’allenatore, si scambiarono uno sguardo d’intesa e l’allenatore prese a quel punto la parola <<Billy, devo svelarti un segreto. Quel sasso che ti ho mostrato ieri non è davvero magico. Oggi la tua paura l’hai sconfitta da solo, Il coraggio per affrontarla era già dentro di te, aspettava solo che tu lo vedessi e decidessi di usarlo.>>
<<Quindi non esiste nessuna magia?>> inizialmente Billy rimase deluso, poi però realizzando che aveva affrontato la paura tutto da solo, con il solo suo coraggio, tornò a sorridere <<Grazie per avermi aiutato a diventare un leone coraggioso!>> disse all’allenatore.
<<E la prossima volta che hai paura di qualcosa, Billy, ricordati che puoi parlarne a me e alla mamma. Noi ti vogliamo bene e te ne vorremo sempre.>> gli disse dolcemente la mamma Leonessa, accarezzandogli con affetto la criniera scura.
Billy era felice come non era mai stato.
Il suo allenatore e i suoi genitori avevano capito che lui aveva paura di qualcosa ma gli volevano bene lo stesso e sempre gliene avrebbero voluto, anzi, erano pronti ad aiutarlo ad affrontare le sue paure e difficoltà.
D’ora in poi non si sarebbe più tenuto dentro le sue paure, se ne avesse avuto bisogno ne avrebbe parlato subito con i suoi cari, loro lo avrebbero aiutato a trovare in sé il coraggio per affrontare qualsiasi cosa.
Claudia Maffi (psicologa dello sport)